Firenze 24. 03. 2015
Riflessioni
La conferenza di ieri sera, tenuta dal nostro socio Roberto Rettino, verteva sul seguente argomento:
"Proverbi, massime, aforismi: formule sintetiche di filosofia e saggezza popolare"
Vi proponiamo una breve relazione sui contenuti dell'incontro.
Le caratteristiche e i fini dei proverbi.
Il termine proverbio deriva dal latino "proverbium" (da "verbum", parola). I proverbi sono dei brevi detti o formule, che racchiudono il risultato di insegnamenti essenziali o esperienze significative, aventi il fine di informare e orientare l'essere umano nella sua vita e nelle diverse situazioni.
Questi detti avevano la necessità di costituire un'enciclopedia orale, che poteva essere memorizzata anche da persone che non sapevano leggere e scrivere. formata da frasi in versi con struttura metrica, ritmica e assonanze per favorirne l'apprendimento e la diffusione.
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Roberto Rettino durante la conferenza |
La prima testimonianza storica ufficiale di queste formule è costituita da "Il libro dei proverbi", nel vecchio testamento della Bibbia, principalmente opera di Salomone nel IV secolo a.C. In questo caso il termine "proverbi" deriva dall'ebraico "meshalim", il cui significato abbraccia, oltre quello corrente, l'insegnamento religioso, morale, sociale e virtuoso, in forma di brevissimi poemi.
Questi pensieri essenziali, naturalmente hanno avuto diffusione in ogni epoca e civiltà e hanno trattato dell'esperienza di un popolo in tutti i campi: filosofico, psicologico, sociologico, medico, meteorologico, economico e morale, vale a dire in tutti gli aspetti della vita.
I proverbi son la testimonianza di concetti, usi, costumi di una civiltà contadina, arcaica che tuttavia sono ancora presenti nella nostra società in cui ci avvaliamo della scrittura, della stampa, dell'informazione informatica ed elettronica.
Il relatore ha poi affrontato il tema della comparazione tra i proverbi ebraici e indiani e quello delle sentenze greche e latine con, al termine della conferenza una breve disamina dei contro proverbi e dei nuovi proverbi.
Nella conclusione, viene affermato che i detti popolari, quando vengono citati nelle varie circostanze, servono a conoscere meglio se stessi e a conoscere gli altri: i valori, le virtù, le passioni, i vizi e i fini della vita.
Un'altra considerazione riguarda le citazioni di sentenze greche e latine: questa meritoria ed educativa azione eleva e migliora l'intelligenza, la memoria delle tradizioni e la personalità di chi le pronunzia e di chi le ascolta.
Bibliografia:
1) "Mille proverbi italiani" di Massimo Baldini - editore Newton - 1996
2) "Mille sentenze indiane" a cura di Paolo Emilio Pavolini - Ed. Sansoni -1991
3) "Parole riflesse dalla cultura classica greca e latina" AA.VV. Ed. Del Bardo - 2009
4) "Siamo tutti latinisti" di Cesare marchi - Ed- Rizzoli - 1997
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